Il candidato del centrosinistra Lorusso ha riconquistato la prima capitale d’Italia. In modo netto. Luca Salvai è stato confermato come sindaco di Pinerolo mentre Daniel Cannati ha vinto di misura a Beinasco. Non è riuscita la rimonta a Donato Lombardi.
Il centrosinistra ha vinto questa tornata elettorale. Milano, Bologna e Napoli al primo turno. Roma con Gualtieri e Torino con Lorusso al secondo. Al centrodestra la conferma di Trieste.
Giorgia Meloni ha ammesso la sconfitta, Salvini guarda all’astensionismo (non ha torto) ma trasforma e baratta la vittoria di Cassano d’Adda (eufemismo non so neppure si sia votato) per quella di una grande città.
A Torino percentuali di voto disastrose. Meno della media cittadina i quartieri a nord che nel 2016 fecero vincere Chiara Appendino. Non è un problema da poco e non è un problema da sottovalutare. Credo che la politica tutta si debba interrogare: intendiamo accontentarci di percentuali americane o intendiamo la democrazia come massiccia partecipazione al voto?.
Diciamo la verità. A Torino Damilano si è offerto alla coalizione del centro destra. Certo meglio del Michetti meloniano che è riuscito a perdere a Roma dove era il favorito. Damilano non c’entra nulla con lega e fratelli d’Italia. E’ un democristiano, imprenditore di successo, molte cariche ma nell’ultima settimana prima del ballottaggio l’ho visto sciapo in mezzo a quelli che urlano sicurezza anche dal bagno. Avrebbe potuto fare una lista civica e paradossalmente prendere più voti. Alla Calenda. insomma.
Lorusso è un moderato. Non certo di sinistra. Di centro. Non è un trascinatore. Semmai era candidato nel suo schieramento. Lo abbiamo ammirato, si fa per dire, come assessore fassiniano. Vedremo come raccoglierà le sfide della città, Ad iniziare (non fate sempre finta di nulla) da Mirafiori. Qualche domandina al management potete anche farla: basta applausi sul nulla. La sfida delle periferie anche. Di alcune zone che si percepiscono come abbandonate.
Di Roma ho detto, fallimento del centrodestra su tutta la linea.
Salvai a Pinerolo è una riconferma netta, segno che malgrado la disaffezione verso il movimento il suo operato è stato più che positivo.
A proposito di movimento, nell’entusiasmo del giorno sento dire che il pd può fare a meno di un’alleanza strategica con il movimento cinque stelle. Di Conte o di Grillo?. Storicamente il movimento fatica nelle elezioni amministrative ma si rafforza in quelle politiche,
Torniamo ad un vecchio discorso. Va bene che fare politica non deve essere l’attività della vita. Ma in questo crollo di consensi per la politica, chi invece la fa bene al servizio del territorio non deve essere blindato dalle regole dei due mandati. Altrimenti si rischia di pescare anche in basso.
Le elezioni amministrative sono appunto non quelle politiche. A livello nazionale non pare proprio che il pd possa fare a meno dei cinque stelle. Dall’altra parte dello schieramento urge capire quale deve essere la linea. L’antieuropeismo il nazionalismo pagano ancora?.