Visto all’Adua di corso Giulio Cesare 67-Torino
Non mi ha impressionato questo film che ha come protagonista una delle attrici delle casalinghe disperate. Il viaggio di Sabrina Ousborne per rivedere il figlio avuto in gioventù è sufficientemente piatto. Sabrina che è un trans sta per fare l’operazione che la renderà donna ma riceve una telefonata dal carcere minorile di NewYork. Scopre di avere avuto un figlio in gioventù e malgrado l’operazione decide di andarlo a trovare e tirare fuori dai guai. Il giovane vive una vita disordinata: si scoprirà che è stato violentato dal patrigno e ha scoperto il cadavere della madre. Sabrina decide di portarlo in California e in questo viaggio attraverso l’America cerca di stabilire un rapporto con il figlio. Non confessando di essere in realtà il padre. I due tra momenti positivi e negativi arrivano alla casa dei genitori di Sabrina. E’ qui che si compie il salto. Provocato da una madre oppressiva ed ossessiva (pare ridicolo ma è tragico l’atteggiamento verso il nipote). La scoperta della verità provoca la fuga del giovane. Sabrina si opera ma è sola, senza nessuna assistenza. Il lieto fine è il ritorno del figlio: dalle ultime scene si presume la nascita di un rapporto. La trama è interessante, il tema di forte valenza. Peccato questo tramtram non smosso neppure dagli imprevisti. Giudizi discordanti, su quattro persone, è piaciuto ad una sola. Con varie sfumature gli altri giudizi, tutti negativi Tre film da segnalare: torna Crash contatto fisico fresco vincitore di Oscar allo Studio Ritz, sono usciti nelle sale Mooladè-Fratelli Marx e Tsotsi, miglior film straniero, film sudafricano, al Romano.
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