Il tesoro nascosto

Il tesoro nascosto

Durante la battaglia del 19 luglio 1747,un giovane ufficiale appartenente ad una delle più nobili famiglie di Francia, riportò una grave ferita al capo e rimase per tre o quattro giorni privo di sensi dietro ad una roccia e lontano dalla zona di operazione.

Per questo motivo gli addetti al rastrellamento dei morti non lo videro e quando l’ufficiale riprese i sensi non seppe più orientarsi. Dopo aver errato per una giornata e mezza per le montagne circostanti giunse nei pressi di Serre-Marie, dove fu costretto a fermarsi per la debolezza in seguito al sangue perduto.

Lo vide una donna di Pequerel che stava raccogliendo strame e legna in quei paraggi. N’ebbe pietà e con l’aiuto di suo figlio lo caricò su di una slitta e lo portò a casa sua.

Gli medicò le ferite come seppe e lo rifocillò con una minestrina calda. Ma l’ufficiale s’aggravava sempre più e sentendosi morire chiamò a se la donna, trasse dalla tasca una carta topografica e le disse: “Vede la crocetta rossa che è segnata su questa carta? Lì ho nascosto un tesoro. Dopo la mia morte vada a cercarlo e lo metta al sicuro.”

Due ore dopo l’ufficiale morì e la donna lo seppellì in un campo a nord-est della sua casetta. Poi partì per cercare il tesoro indicato dalla crocetta rossa nella carta topografica.

Scavata che ebbe una piccola fossa rinvenne una scatoletta d’avorio contenente 50 marenghi, un anello d’oro con brillante ed un pesante medaglione su cui era effigiato l’immagine di una giovane donna, ed entro il quale era custodito un ricciolo biondo.

La buona contadina non aveva mai posseduta una si grande fortuna e ringraziava spesso il Signore d’averla fatta così ricca.

Due anni dopo la donna si sentì bussare alla sua porta. Venne ad aprire e le apparvero due signori elegantemente vestiti di nero ed insieme a loro era una damigella bionda che la donna riconobbe essere quella effigiata sul medaglione.

Infatti era la fidanzata dell’ufficiale morto in seguito alle ferite riportate all’Assietta ed i signori erano i suoi fratelli.

La donna tutta sorpresa, chiese a quei signori come avessero fatto per trovare la sua casetta così isolata dal mondo. E la damigella bionda spiegò che il viaggio si era compiuto per volere di un angelo che li aveva accompagnati da Parigi fin qui sull’uscio di casa sua.

La donna consegnò il tesoro ed indicò il luogo ove era sepolto il loro congiunto le cui ossa furono riesumate e trasportate a Parigi, per essere tumulate nella tomba di famiglia.

Sei mesi dopo veniva concessa alla donna di Pequerel una pensione vitalizia di 20 fr. al mese, non si sa se dal governo francese o ala munificenza della nobile famiglia cui apparteneva l’ufficiale e che era imparentata coi reali di Francia.

 

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