La colonizzazione del pianeta rosso sembra, almeno in teoria, soltanto questione di tempo. Ma servono grandi fondi. E un po’ di fortuna Promesse elettorali o un sogno destinato a realizzarsi? Comunque andrà a finire, la prospettiva di una colonia umana su Marte, annunciata da George W. Bush, è un bel gioco dell’immaginazione. Che parte da lontano: le prime foto del pianeta furono scattate nel 1965 dalla sonda Mariner-4. I primi robot ad atterrare furono, nel ’76, Viking-1 e 2. Ma finora ci si era limitati a una sorta di corteggiamento spaziale. Ora le intenzioni paiono più serie. Con le sonde in orbita e i rover sul suolo si potrà sapere se sul pianeta c’è (o c’è stata) acqua, che potrebbe essere usata come carburante e per estrarne ossigeno. Il costo di tutto ciò, 12 miliardi di dollari nei primi 5 anni, seguiti da altri 170. Sembra tanto, ma è il minimo per un programma così ambizioso. Forse troppo. PER CONOSCERLO… Quanto è lontano? A causa dell’orbita ellittica, la distanza di Marte dalla Terra varia molto. Nel suo punto più vicino (come nell’agosto 2003) Marte dista dal nostro pianeta 56,3 milioni di chilometri. Monetine e campi da football Se la Terra fosse grande quanto un quarto di dollaro (o 50 centesimi di euro) appeso a un palo della porta di un campo da football, la Luna sarebbe grande quanto un gommina di matita distante 76 cm. Nel suo punto più vicino, Marte avrebbe le dimensioni di una moneta da 10 centesimi di dollaro (o 5 centesimi di euro) situata al lato opposto del campo.Se si potesse guidare fino a Marte alla velocità di 88 chilometri orari, il viaggio durerebbe circa 73 anni. Basket marziano Poiché la gravità di Marte è circa un terzo di quella terrestre, Michael Jordan potrebbe non soltanto fare canestro, ma addirittura sollevarsi oltre di esso. Il suo balzo verticale di 107 centimetri su Marte sarebbe di 2,8 metri. Jordan dovrebbe però fare il salto indossando una tuta spaziale adatta per sopravvivere alle condizioni ostili di Marte. La temperatura di superficie è di 63°C e la sua sottile atmosfera è composta al 95 per cento di carbonio. La stagione di basket su Marte sarebbe un po’ più lunga: i giorni hanno più o meno la stessa durata, ma un anno è di 687 giorni. … E PER CONQUISTARLO Partenza Problema. Ogni viaggio nello spazio inizia con una battaglia contro la gravità, in particolare se si tiene conto delle dimensioni dell’astronave necessaria per raggiungere Marte. Avere una forte spinta a disposizione aiuterebbe, ma la vecchia serie di razzi «booster» Saturn Vs è stata dismessa. Soluzione. Non c’è bisogno di sollevare grandi pesi da terra, basta decidere di inviare in orbita i pezzi dell’astronave e assemblarla nello spazio. Un razzo Delta IV potrebbe raggiungere l’80 per cento della forza dei vecchi Saturn Vs. Viaggio Problema. Una missione di sola andata per Marte durerebbe sette mesi, viaggio nello stesso tempo noioso e pericoloso, soprattutto a causa del bagno di radiazioni al quale il velivolo e il suo equipaggio sarebbero continuamente sottoposti. Soluzione. Propulsione termonucleare e propulsione a ioni possono incrementare la velocità e dimezzare il tempo di un viaggio interplanetario. Scudi pesanti proteggeranno l’equipaggio dalle radiazioni, anche se ciò aumenterà il peso. Vita su Marte Problema. Non è possibile immagazzinare abbastanza cibo, acqua e ossigeno per una missione della durata di tre anni. Inoltre le radiazioni sulla superficie del pianeta sarebbero un grosso ostacolo. Soluzione. Se esiste ghiaccio su Marte, potrebbe essere sciolto e utilizzato. L’ossigeno potrebbe essere separato dall’acqua e usato per respirare. A fornire cibo sarebbero serre costruite sul posto. Metallo o altri materiali riparerebbero dalle radiazioni. Ritorno a casa Problema. Sarebbe difficile trasportare carburante a sufficienza per il ritorno. Il viaggio verso la Terra durerebbe ben più di sette mesi se le orbite dei due pianeti non fossero nel loro punto più vicino. Soluzione. Idrogeno e ossigeno separati dall’acqua potrebbero servire come carburante. Marte e Terra si avvicinano ogni due anni, fornendo così una finestra da sfruttare per il viaggio di ritorno.