Il 9 aprile scorso è uscito “Passaggi temporali”, il nuovo album di Claudio Aimonetto. Nel disco trovano posto quattordici canzoni inedite, la cui lavorazione è iniziata a fine 2019 ed è terminata di recente dopo più di un anno di fatica. Originario di Villar Perosa, ma da tempo stabilitosi a Pinasca, Claudio fa musica da trent’anni e “Passaggi temporali” rappresenta un efficace corollario al suo ragguardevole percorso artistico. Per l’esecuzione dei nuovi brani, Claudio ha voluto con sé una serie di musicisti tra i migliori del Pinerolese, molti dei quali provenienti proprio dalla Val Chisone. Valentina Tinetto (voce), Mirco Comba (tastiere e fisarmonica), Stefano Cordiero (clarinetto e sax soprano), Ivan Vottero (tromba), Enrio Fuscà (violino e viola), Vittoriano Baù, Andrea Autiero e Claudio Gaiani (chitarre), Fabrizio Campisi (basso), Davide Alasia (batteria) e Maurilio Gallea (percussioni), sono i suoi compagni di viaggio. Groovin’, il portale della musica nel Pinerolese ha raccontato nel dettaglio la storia di questo lavoro. Potete leggere l’articolo completo cliccando qui: https://groovin.eu/2021/04/16/passaggi-temporali-claudio-aimonetto/
Si tratta di un disco perlopiù autobiografico, in cui è evidente il gusto di Aimonetto per la musica d’autore italiana. L’album omaggia a suo modo i momenti migliori della storia del cantautorato nazionale, esattamente come faceva Connessioni. In particolare richiamando le atmosfere intimistiche e sentimentali della scuola che si affermò tra i Settanta e gli Ottanta. Il titolo riassume in modo decisamente esauriente il mood complessivo del disco. Un esistenzialismo che si esprime attraverso il velo nostalgico del flusso temporale. Il senso della vita ricercato tramite l’osservazione del suo scorrere. Così, nella title track, dietro la domanda su cosa accadrebbe se potessimo cambiare il nostro passato, si nasconde l’esortazione ad accettarci, anche e soprattutto nei difetti che ci distinguono. “La vida que pasa” ci pone invece di fronte al dilemma del giusto peso da assegnare alle cose che accadono. “L’inizio del domani” sembra poi indicare nel presente il momento giusto per operare cambiamenti e costruire il futuro. È l’accumulo delle esperienze, dunque, che forgia la nostra consapevolezza
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