NIZZA 14 LUGLIO.
E’ un lungo elenco. Di vittime, di storie, di tragedia. Il califfato perde terreno, i proclami che arrivano da Raqqa invitano a colpire ovunque possibile con tutti i mezzi possibili. La Francia ancora sotto choc dopo la strage del Bataclan subisce un colpo durissimo. Questa volta, forse, non abbiamo alert precedenti la strage. Non come le altre volte Parigi, Londra, Madrid, Istanbul, Bruxelles. Arrestati, incriminati, sospetti, qualche tempo in Siria entrando tra le larghissime maglie dei confini turchi. Oggi è un insospettabile a colpire, reati comuni non di terrorismo. A colpire in maniera dura. Perchè alla fine l’accesso alle armi può essere ristretto con controlli sul territorio ma quello che è successo a Nizza apre scenari inquietanti. Era già successo invero in Francia, due tentativi a Parigi e Digione ma fatti divenuti marginali. Oggi è triste realtà da cui difendersi e da cui prendere contromisure. Non è facile. Il virus è iniettato. Ad un paese è stato permesso nel corso degli anni il finanziamento del peggio in nome del wahabismo, del petrolio e del fatto che pagano il debito pubblico di molti paesi. Moschee costruite con questi soldi con iman a predicare malissimo. Oggi i risultati sono catastrofici ed anche se la monarchia saudita pare voler invertire la rotta il virus è dentro la nostra società. Non è Raqqa capitale mondiale del califfato aiutato a nascere in nome degli anti Assad.
Oggi Isis dice le stesse cose di Al Qaeda consapevole che la guerra sul terreno sarà persa (invero a fare la guerra all’Isis sono stati Russia ed Iran paesi sotto embargo ed i curdi considerati terroristi).
Il metodo Nizza spaventa di più di qualsiasi bomba.