L’OMICIDIO DI GIULIA CECCHETTIN: SERVE UNA RIVOLUZIONE CULTURALE. E’ stato il vostro bravo ragazzo, mai commento fu più azzeccato. Uomini che pensano che mogli, ex mogli, fidanzate, ex fidanzate, compagne, ex compagne siano un possesso personale come una motocicletta od una Panda.
Serve, dunque, una rivoluzione culturale. Per distruggere il muro del patriarcato che con azioni, pensieri, mentalità sta dietro questa lunga scia di femminicidi. Occorre una svolta decisa, radicale senza se e senza ma. Un cambio d’indirizzo rispetto a “era ubriaca, aveva la minigonna, è andata a cercarsela”. Un cambio d’indirizzo radicale nell’accesso al lavoro. Un cambio d’indirizzo radicale nell’utilizzo degli stereotipi insiti nel nostro dna: ha le palle!, rivolto ad una donna. I greci consideravano il fegato il centro del coraggio.
Non serve solo repressione, incrementare la repressione, una, due, tre leggi non fermano la mattanza. Viviamo di onde, questo omicidio rappresenta emotivamente un’onda. Purtroppo ne avremmo fatto volentieri a meno. Sfruttiamola per questa drastica rivoluzione.
Una rivoluzione culturale, una rivoluzione che educhi alla cultura del rispetto. Investiamo tempo, energie. Ora e non oltre!