Il condono edilizio per abusi in zone tutelate

La delega ambientale approvata al Senato con voto di fiducia e che ha scatenato furibonde proteste dell’opposizione contiene due punti chiave su cui vale la pena soffermarsi. Si prevede un condono per abusi edilizi in zone con vincoli paesaggistici compiuti entro il 30 settembre di quest’anno. La sanatoria si avrà solo dopo un accertamento di compatibilità paesaggistica su costruzioni e materiali ed il pagamento di una sanzione che andrà da tremila euro a cinquanta mila. Per il futuro si prevede la depenalizzazione di reati più lievi come i restauri che non creino aumenti di volume e superfici. I trasgressori pagheranno una semplice multa. Ci sarà, invece, un inasprimento delle pene per i reati più pesanti: fino a quattro anni per nuove costruzioni abusive o grossi aumenti di volume. Vorrei non citare la parola conflitto d’interessi e difatti non la citerò e per commentare le mie perplessità vi girerò una serie di domande. A quale numero di condoni edilizi è arrivato il governo Berlusconi?. E’ mai possibile che un paese civile debba continuare a procedere a furia di condoni?. Dopo il fallimento finanziario del condono 2003 era il caso di riproporsi pur tentando di regolamentare (male) la materia?. Una costruzione abusiva che tipo di compatibilità paesaggistica potrà mai avere?. Esiste ancora in questo paese il concetto di zona tutelata?. “Qualunque montagna, lago, fiume, deve essere compatibile con le costruzioni in cemento” non vorrei che in futuro ci toccasse leggere questa frase di fronte ad ogni luogo tutelato. Il ministro dell’Ambiente Matteoli parla di provvedimento che “gli è stato imposto!”.

Maya@valchisone.it

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