Oggi ho approfittato della pausa pranzo per farmi raccontare da mia nonna qualcosa della guerra con il sottofondo del telegiornale che parlava, come è normale, della situazione in Iraq. Non è la prima volta chiaramente, ma oggi è stato particolare. Volevo capire come la gente viveva l’occupazione, lo straniero sulla propria terra…. Le ho chiesto di raccontarmi degli episodi in particolare che le venivano in mente. Se avessi avuto un registratore! E mentre mi raccontava come se tutto fosse successo ieri, mi è venuto da pensare se avrò anche io episodi da raccontare ai miei nipoti tra 50 anni… Mi ha raccontato di come vedeva suo papà irrigidirsi ogni volta che sentiva voci parlare in tedesco la mattina presto fuori casa. Lui che nella prima guerra mondiale era stato in Germania prigioniero…chissà che ricordi portavano a galla quelle voci… Mi ha raccontato di quella sera in cui si sono sentiti degli spari vicino a casa: i partigiani avevano chiamato l’oste, simpatizzante repubblichino, e quando questo era uscito sul balcone l’avevano freddato sul posto… e quel giorno i partigiani avevano anche tentato di uccidere una ragazza del paese sposata con un tedesco. E quanto deve aver camminato mia nonna!! Spesso arrivavano i tedeschi, entravano in casa, prendevano il cavallo o le mucche e le portavano via. E allora il proprietario dietro di loro, per vedere dove andavano… Se si riusciva a seguire il proprio cavallo, quando ai tedeschi non serviva più e lo abbandonavano dove capitava, a volte lo si poteva riprendere e riportare a casa. Lei e una sua amica una volta hanno seguito i tedeschi che portavano via le loro mucche. Da Pragelato giù fino a Fenestrelle poi i tedeschi le hanno recintate e si sono accampati li. Hanno permesso di mungerle…e allora mia nonna e la sua amica avanti e indietro coi secchi per mungerle perchè era già tardi…a volte te le riprendevi, a volte non te lo permettevano e le uccidevano e se le mangiavano. Come mi sono sentita egoisticamente fortuna per il fatto di non aver mai vissuto sulla mia pelle la guerra! Da che mi ricordo di aver messo in funzione le orecchie l’ho sempre sentita alla tv: Iraq, Kuwait, Albania, Jugoslavia, Irlanda del Nord, Cecenia, Uganda, Burundi, Afganistan, poi di nuovo Iraq, Iraq, Iraq, etc etc. L’uomo è stato fatto per questo, ho letto da qualche parte, per sopraffare il prossimo, fregargli la terra, mangiare le sue patate e ucciderlo se si oppone. Effettivamente viene da pensare anche a me così se in migliaia di anni di storia non siamo riusciti ad evolvere imparando la pacifica convivenza. Facciamo la guerra per pulire le scale del condominio nel nostro piccolo, vuoi che i potenti non la facciano per migliaia di kilometri di terra piena di petrolio??!! Quello che però sostengo, è che è naturale litigare, aver da dire, non essere d’accordo… è il modo in cui poi si devono risolvere le cose che fa la differenza! Ciao a tutti e grazie per aver letto le mie riflessioni di oggi!
Segnaliamo
L’AISO, acronimo di Associazione Italiana di Storia Orale, si è costituita a Roma nel 2006 per rispondere all’invito rivolto dalla IOHA (International Oral History Association) agli studiosi e ai ricercatori italiani di storia orale, nel corso del Congresso Internazionale tenutosi a Roma nel 2004, a organizzare una struttura capace di raccogliere, organizzare e mettere in comunicazione le molte realtà di ricerca e di fruizione delle fonti orali, promosse sia da singoli che da enti, istituti e associazioni, presenti nel nostro Paese. La partecipazione è aperta sia agli individui sia agli enti, istituzioni o associazioni, che rispondano ai criteri di ricerca promossi dall’AISO. La direzione scientifica è affidata a un comitato e a un presidente eletti ogni due anni dall’Assemblea dei soci.