Per discutere d’ambiente e della salute del pianeta ci si ritrova a Bonn, maggio 2005: in quella sede si stabilirà anche il grado dei progressi del trattato di Kyoto. E del suo futuro. Ha un futuro il protocollo di Kyoto?. Caschi blù ad Haiti, una terra sfortunata immersa nei Caraibi. Dittatura che non scherzava, guerra civile, uragani ed alluvioni che spazzano ciò che ancora c’è da spazzare, come se fosse possibile spazzare il nulla della miseria. Gli haitiani emigrano (per paghe da fame) a Santo Domingo per lavorare nelle piantagioni della canna da zucchero possedute dagli anti-castristi Il Ruanda invade nuovamente la Repubblica democratica del Congo: la conferenza di Dar er Salaam aveva illuso che nella regione dei grandi laghi si potesse finalmente respirare il profumo della pace. E’ il destino delle conferenze divenire carta straccia. Chaves intanto non è più uno spauracchio. Il prezzo del petrolio aumenta per il referendum pro o contro Chaves, vince lo spauracchio e il prezzo scende. Terzo anno per Lula e Kirschner. Per il primo simpatizzo. Qualcuno si aspettava tutto e subito, Lula sta conducendo una battaglia per un Brasile con meno differenze, più politiche sociali ed attenzione per il rapporto deficit/pil. Si è moderato ma non è un male, ha un programma ambizioso, basta con la povertà assoluta delle favelas. Io credo che possa farcela, se potrà governare almeno per un decennio perché la povertà delle favelas non si cambia con la bacchetta magica. Kirschner ha provato a tirare fuori l’Argentina distrutta dalle politiche economiche del Fondo Monetario Internazionale che ha collezionato il secondo disastro americano dopo il Messico. Perché il FMI quando concede un prestito pretende di dirigere la politica economica, adios Mexico, adios Argentina. Ha fatto qualche progresso, non mi entusiasma, forse dovrà ricorrere ad un prestito, ma l’Argentina è terra di tanti emigranti italici ed è impossibile non sentirla vicina. Dell’Asia sappiamo, nelle zone colpite ci sarà da lavorare. Ancora una volta: meno soldi per le armi, più per combattere la miseria, la fame, la siccità, l’Aids. L’agenda del 2005 deve prevedere questi piccoli capisaldi. Per eliminare le vergognose differenze tra la parte ricca del pianeta che non sa come smaltire i rifiuti e quella povera che crepa di fame.