Santo Stefano Belbo – Una piazza del gusto con fiera. Cesare Pavese
By Maya
Vini, profumi, sapori di Langa, Roero e Monferrato. Basta questo per fare una puntatina a Santo Stefano Belbo, paese in provincia di Cuneo al confine con la provincia di Asti. Torino-Piacenza, uscita Asti est, costo 1,20 per tratta Ativa e 2,20 per autostrada fino ad Asti. Per chi non ama l’autostrada statale fino ad Alba. Dall’uscita si seguono i cartelli per Costigliole, poi Santo Stefano Belbo. Sono venticinque chilometri bellissimi, un saliscendi continuo tra le colline dell’astigiano. La calura della Torino Olimpica è lontana una novantina di chilometri.
Dominio ligure e poi romano, fu feudo dei marchesi del Monferrato, poi dei Gonzaga, infine dei conti Incisa-Beccaria. A sommi capi la storia del paese. Certo impossibile dimenticare il suo cittadino più illustre: Cesare Pavese. In subordine tal Augusto Manzo, pluricampione di pallone elastico.
Si posteggia con facilità, gli stand sono sulla destra. Un breve giro nel centro storico giusto per intravvedere la biblioteca dedicata a Cesare Pavese. Chiude alle sei, non riusciremo a visitarla. Vino, viste le splendide colline, Pavese e trekking. I volantini dicono che percorrendo il crinale delle colline si possono osservare panorami suggestivi sulla Valle Belbo.
Casa blù dipinta di blù, la sede di radio valle Belbo. Dov’è la casa di Cesare Pavese?. Un chilometro, seguite il viale. Una lunga camminata sotto gli alberi, un tratto scoperto, il cimitero dove è sepolto il grande scrittore-poeta “ho donato poesia agli uomini” recita la lapide incisa sulla tomba.
Prima di entrare nella casa provo a scavare nella memoria: con grande smarrimento ricordo solo la Luna ed i falò scritto pochi mesi prima di morire. Nato nel 1908, studiò e si laureò a Torino. Tra i promotori della casa editrice Einaudi, traduttore di romanzi americani, collaborò alla rivista Cultura, nel 1935 fu spedito al confino a Brancaleone Calabro. Pare per aver custodito la posta di una donna, almeno questo dicono le cronache della casa. Posta pericolosa, ma in quegli anni era facile guadagnarsi il confino. Un anno dopo, grazie ad un condono, tornò in Piemonte. Il dopoguerra fu il suo periodo più fertile.
Il 27 agosto 1950 si suicidò in un’oscura camera dell’albergo Roma a Torino. Interessante il resoconto, postumo ai fatti di un cronista de la Stampa.
Lavorare stanca, ferie d’agosto, il compagno, Dialoghi con Leucò, Prima che il gallo canti e la bella estate i suoi libri più famosi. La casa è stata trasformata in museo, custodisce il Cepam.
C’è un cortile, la casa di Pavese è sulla sinistra, visitarla regala una certa emozione. Ingresso gratuito. Al centro l’osteria enoteca del Gal Vestì a destra una mostra di dipinti e sculture. Segnalo Lorena Robino con gente spaesata (titolo di una poesia di Pavese) e Anna Maria Palumbo con le colline e le vigne. Proprio di fronte, siamo sullo stradone che conduce a Canelli, la butega, prodotti tipici, dai formaggi ai vini. Prezzi modici, l’inflazione colpisce solo noi Olimpici o c’è qualcosa che non funziona?. La butega di San Bastian è stata riaperta dopo sessanta anni e tra le sue specialità ha composti di verdura, mostarde di moscato, dolcetto e brachetto, marmellate, torte di nocciola, vini, sughi, salse e formaggi. Robiole a 4,50 euro.
Si ritorna verso il paese, la chiesa è a destra dello stradone. Soffitto a cassettoni, non ricchissima, ma ben organizzata. Si procede, un pò stanchi, dato il caldo, verso gli stand. 2,50 euro per l’ingresso, tanti prodotti tipici dal frantoio ligure (con patè di olive) alla carne piemontese, ai formaggi, ai salumi. Vini ovviamente, una rassegna completa. All’interno si vende pizza e c’è un stand per mangiare agnolotti al plin e varie degustazioni.
Si va alla pizzeria Blu Luna, le pizze più care sei euro (ma allora noi olimpici siamo proprio sfortunati o il caro pizza è in preparazione delle Olimpiadi e dei turisti?). Pavese è richiamato costantemente: le pizze portano il nome delle sue poesie. Canzone di strada (con speck, rucola e scamorza) e città in campagna (con verdure grigliate). Servizio lento ma le povere cameriere, due almeno nel settore, corrono come pazze a destra e a sinistra, chiamate a destra e a sinistra. Il locale è pieno. Diciannove euro totale con acqua, dolce e caffè.
Si è alzato un leggero venticello, si odono le note di Michele e la sua orchestra. Da Santo Stefano fino all’ingresso di Asti Est. Strada adorabile anche per le moto, saliscendi bellissimi tra le colline. L’autostrada Torino-Piacenza è una vera autostrada, non ci sono cantieri, Sweet Child o’mine accompagna i chilometri e la sera.
Dal 2 al 5 giugno, avete ancora tempo. Gli stand domani e sabato aprono alle 19.00 e chiudono alle ventiquattro, domenica dalle ore 11 alle ore 24. Prima però uno sguardo alla casa del cittadino illustre.
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