TORO.EUROPA LONTANA. Non si può dire nulla delle ultime due gare. O meglio contro Lazio e Roma, test importanti per l’obiettivo Europa il Toro ha forse giocato le partite più belle della stagione. Gli altri hanno giocatori che sono in grado di far saltare il banco. Alla Lazio sono bastati sei minuti su novanta, alla Roma qualche sprazzo.
La classifica dice decimo posto, 36 punti. Come il Monza. La classifica dice anche Bologna 48, Atalanta 46. Quarta e quinta. Se a Bergamo sono abituati ai miracoli la stagione del Bologna (finora) è da incorniciare. I felsinei non hanno fatto follie ma hanno speso bene i soldi. Ci sta dietro un direttore sportivo che capisce di calcio ed un ottimo allenatore che parla poco, che si giustifica poco ma che rende.
Perché mai il Toro?. Perché vivacchiare sempre tra l’ottavo ed il decimo posto?. E’ pur vero che l’Europa minore è dispendiosa, bisogna acquistare, non rende come la Champions eccetera. Quel salto che manca tutti gli anni, il piccolo passo, un segnale di progresso.
Salernitana 0-0, Udinese 1-1, Verona 0-0. In casa. Sono alcuni esempi di ciò che non ha funzionato. Squadre chiuse nessuno che è in grado di saltare l’uomo, di fare la differenza, di creare superiorità. Il campionato è ancora lungo e certo tutto può succedere (miracolo annesso) ma si ha l’impressione che anche quest’anno si dovranno rimandare i discorsi di crescita all’anno successivo. Come avviene da anni. La rosa non è malvagia, anzi è quella che l’allenatore ha voluto fin dall’estate: era suo compito farla rendere al meglio e al netto delle chiacchiere una leggera autocritica non guasterebbe. Se poi ci si autoassolve anche di fronte ad errori eclatanti….